In questi giorni stiamo facendo quattro chiacchiere con alcune delle atlete che compongono la nostra gagliarda squadra femminile. La prima a rispondere alle nostre domande è Paola Impedovo.

Presentati brevemente. Quando e come hai iniziato a correre?

Da piccola frequentavo un corso di danza classica. Amavo molto la danza, basata sull’espressività, sull’estetica e sulla bellezza, sulla creatività. Poi verso i 12 anni, in occasione dei Giochi della gioventù, fui chiamata per le gare scolastiche di atletica. Cominciai a correre e mi venne molto facile. Così mi innamorai della corsa.

Come sei arrivata alla Lazio Olimpia Runners Team? Fai un piccolo bilancio di questa esperienza.

Fino a due anni fa circa, ho praticato atletica leggera con una squadra a me molto cara, la Polisportiva Università Foro Italico, a cui ancora oggi sono molto legata e affezionata. Iniziato lo stato di emergenza covid, si è fermato tutto, e ho dovuto effettuare un cambiamento. Per la scelta non ho avuto alcun dubbio.  Conoscevo già alcuni atleti, che stimavo e apprezzavo atleticamente ma anche umanamente. Avevo la sensazione che entrando nel team Lazio avrei trovato un gruppo sano, allegro, con cui allenarmi e condividere obiettivi comuni, senza precludere tra l’altro la possibilità di ottenere concrete soddisfazioni. E così è stato. Qui ho incontrato Viridiana e il suo sorriso. Sono riuscita a strapparle un augurio di compleanno realizzato in musica e tre emoticon di baci, indelebili in chat e dentro me.

Preferisci allenarti in compagnia o da sola?

Ovviamente in compagnia. Diventa tutto più facile, motivante e con risultati eccelsi. Dicono che l’atletica sia uno sport individuale. Per me è uno sport di squadra! Le persone si percepiscono vicendevolmente e condividono lo sforzo fisico. La condivisione riduce la fatica e amplifica il piacere.

Quando corri a che cosa pensi? Ti concentri sul gesto atletico, su un pensiero, sull’ambiente?

Da liceale, prossima alle interrogazioni di latino, ripassavo i pronomi relativi. Li ricordo ancora, come una filastrocca: qui-quae-quod, cuius–cuius–cuius, cui–cui-cui, quem–quam-quod, quo-qua-quo. A parte questo, credo che ogni ritmo di corsa sia legato a specifici pensieri. Il ritmo lento, rilassante e appagante, permette di spaziare e anche sognare, ripercorrere momenti di vita. Nella corsa più brillante, il flusso di pensieri restringe il suo campo: si ascolta molto il proprio corpo, i muscoli, il pensiero verte sulle sensazioni di fatica, sulla possibilità di proseguire e come proseguire. Poi si arriva al momento di massimo sforzo in cui non ci sono vere e proprie riflessioni. Non riesci nemmeno a ricordare. Probabilmente, l’unico pensiero è quello di concludere quella assurda fatica!!! Pensi “MAI PIU’ CO’ STA ATLETICA!!!!” …e la chiamano LEGGERA!!! Strano, poi ricominci sempre!

Dove ti alleni? Quante volte ti alleni a settimana?

Mi alleno prevalentemente in pista, al Foro Italico. Ho la fortuna di lavorare nei pressi dei campi sportivi. Alle 13, orario per il pranzo (altro che pranzo!!), metto una maglietta, un pantaloncino, esco, mi alleno e ritorno in ufficio. Fantastico.  Mi alleno 5-6 volte la settimana. Tanti colleghi pensano che siano troppe, ma per me correre è un aspetto fisiologico, come mangiare e dormire. Mi dà solo piacere e forza. Bisogna solo sapere giustapporre gli elementi. Ogni lavoro ha un suo tempo di recupero, così come ogni individuo ha la sua capacità di recupero. Ogni atleta grande e piccolo dovrebbe imparare a percepirsi.

L’allenamento che preferisci e perché.

Sicuramente quello aerobico. Il ritmo lento è un viaggio introspettivo e di consapevolezza. Nel ritmo lento vivo la mia appagante solitudine del momento e la mia libertà.

Com’è il tuo allenamento?

Segue i principi fondamentali del carico di lavoro, tra cui sicuramente la varietà.

Hai un allenatore? Il tuo rapporto con lui.

Questa domanda mi fa sorridere. Ho una grande allenatrice e il rapporto è ottimo (ovviamente è anche molto umile!). La conosco fin da quando sono nata e lei conosce tutti i miei limiti e le mie possibilità. Nonostante questo, è molto intransigente e non mi permette di trovare scuse. Insomma… me la canto e me la suono.

Fai stretching, ginnastica, yoga o altro e con quale frequenza?

Purtroppo, poco stretching. In questo difetto, sono un pezzo di legno. E pensare che frequentavo corsi di danza classica!

Hai un diario in cui annoti programmi, allenamenti, gare, test?

Certamente! Negli anni è divertente osservare le differenze. Ormai la Paola di 10 anni fa, si è allontanata!!! Imprendibile purtroppo!

Come ti alimenti abitualmente? Quale alimentazione segui prima, durante e dopo una gara? Assumi integratori alimentari? Chi suggerisce le tue scelte dietetiche?

Mi alimento male. Le diete che riesco a fare sono quelle deleterie di patatine e noccioline. Adoro gli aperitivi. Sono spiacente ma in questo non ho niente a che vedere con l’essere atleta!!!

In caso di problemi fisici a chi/che cosa ricorri? Usi abitualmente massaggi o fisioterapia o solo in caso di infortuni?

Non sono solita prendermi cura del mio corpo. Cerco di prevenire eventuali danni (muscolari, tendinei, articolari) conoscendo le mie fragilità e i miei punti di debolezza. Se mi infortuno, prima mi fermo e osservo. Se la guarigione ritarda troppo, mi decido ad andare dal fisioterapista e mi organizzo per il recupero.

Il tipo di gara che preferisci? Pista, strada o cross, gara corta o lunga?

Ogni tipologia mi dà emozioni diverse. La pista mi entusiasma maggiormente, mi valorizza, mi esalta, mi gratifica. La strada mi rilassa. Il cross mi piace di meno perché solitamente si svolge nel periodo invernale e io patisco il freddo.

Quali sono le sensazioni prima durante e dopo una gara?

Prima della gara: riflessione, controllo, eccitazione, carica, ansia. Durante la gara: equilibrio. Dopo la gara: DIPENDE!!!!

Quali sono le condizioni fisiche o ambientali che ti possono condizionare?

Odio il freddo e il vento forte. Correre con il vento forte a sfavore o a favore è come correre in salita o in discesa. Con la discesa non recuperi lo svantaggio perso in salita. Un vento a favore fa guadagnare circa la metà di quanto fa perdere se è contrario. Paradossalmente è preferibile correre con la pioggia…

Come ha contribuito lo sport al tuo benessere? Cosa hai scoperto del tuo carattere nel praticare attività fisica? Cosa ti ha insegnato la corsa?

Potrei parlare per ore. Lo sport mi ha educato alla vita, perché ha il potere di ispirare, ha il potere di unire, emozionare, perché è esso stesso un valore, una pietra preziosa. Attraverso lo sport ho cresciuto i miei anni, calibrando tanti elementi come l’autostima, l’impegno, la costanza, la solidarietà, il corpo e la mente, nella lealtà e nel rispetto delle regole. Lo sport è un diritto e un dovere.

Ti sei sentita/o campione nello sport almeno una volta nella vita?

No, mai. Ma mi sono sentita bene.

Hai incontrato il doping nella tua carriera sportiva? C’è un messaggio che vorresti dare per sconsigliarne l’uso?

Sì, in letteratura, negli studi. L’utilizzo di sostanze farmacologiche per migliorare le prestazioni   è molto antico. In epoca greca, lì dove i vincitori diventavano eroi, si assumevano sostanze per aumentare l’aggressività. I romani dopavano i cavalli. Recentemente, con le nuove frontiere della scienza, ho sentito parlare di doping genetico. Un’inquietante realtà. Trattasi dell’utilizzo non terapeutico di geni per aumentare la performance atletica. Una realtà che mi terrorizza. Così come mi tormenta l’idea che possa esistere un sistema di controllo autoreferenziale, dove alcune volte il ruolo del controllato coincide con quello del controllore.

Quali sono i tuoi prossimi obiettivi sportivi? Un sogno realizzato o da realizzare?

Non ho mai corso la maratona. La corse persino Filippide!!!! Non sarà l’obiettivo a breve termine, ma sarà un obiettivo importante. Anche io, come altri raccontano, vorrei vivere l’emozione, la soddisfazione, il brivido, di concludere l’ardua impresa. A proposito…non correrò con l’armatura e non riporterò alcun messaggio!!

 «L’importante non è vincere, ma partecipare con il massimo impegno e al limite delle proprie possibilità» (De Coubertin). Sei d’accordo?

Vincere è sempre stato l’obiettivo di tutti i popoli e in tutti secoli. Per i Greci la vittoria diventava gloria di fronte agli dèi. Anche oggi lo sport si basa su logiche competitive perché è esso stesso politica, identità nazionale, business, spettacolo. Per quanto mi riguarda mi piace vincere…anzi…mi piacerebbe!!!! Ma è necessario prendere coscienza del giusto senso della vittoria, accettando anche la sconfitta. Perché si cresce sia vincendo che perdendo. Perché non si vince sugli altri ma su sé stessi. La vittoria è un obiettivo intrinseco.

Quale può essere un tuo messaggio rivolto a un amico per avvicinarsi a questo sport?

A volte è sufficiente che l’amico osservi l’entusiasmo con cui pratico questo sport.

Riesci ad immaginare una vita senza lo sport?

Proibito! Lo sport è l’immagine della vita!

Lo sportivo che preferisci e perché.

Alex Zanardi e la sua resilienza.