Dopo 30 anni torno nella citta' che mi conquisto' nonostante si respirasse l'atmosfera pesante della guerra fredda cosi' tristemente rappresentata da quel Muro macchiato di sangue che gridava Liberta'.

Stavolta pero' sono qui non per turismo ma per correrla e sfidarla, per la prima volta, all'estero.

Una maratona preparata in piena estate con temperature che hanno fatto sudare piu' del solito ma senza particolari intoppi se non per un paio di crolli fisici dovuti al gran caldo e alla non perfetta idratazione.

La voglia di farla pero' è troppo forte e forte è la determinazione di affrontarla insieme a chi non c'è più ma che sapevo non mollarmi mai.

Appena arriviamo in città, ero col solito Ema detto "er giraffa" e con Benedetto, colgo immediatamente l'atmosfera di una Major.

Tanti, tantissimi podisti da ogni parte del globo (se ne conteranno 45.000) eccitati ma compostamente in festa.

Berlino ci accoglie in modo superlativo, organizzatissima e con un clima ideale per viverla e correrla.

Arriviamo il venerdì in tarda mattinata, lasciamo i bagagli in hotel e ci rechiamo subito nel vecchio aeroporto allestito a villaggio per ritirare i pettorali, curiosare tra i vari stand e fare un bel po di foto di rito. Non e' che la cosa mi ecciti particolarmente ma poi un pochino vengo contagiato.

La sera scoviamo una trattoria italiana anzi romana anzi romanista dal nome non proprio amichevole "La Lupa" dove pero' mangiamo alla grande e veniamo accolti amichevolmente nonostante l'abbigliamento ci identifichi spudoratamente come i primi della Capitale. Hihihihihi. Torneremo anche il sabato per fagocitare porzioni generose di carboidrati. Gnam Gnam.

A letto presto la sera e sveglia la domenica alle 6 per recarci a fare una buona colazione da tapasciopodisti.

E' ora di recarci verso Tiergarten dove depositiamo i nostri indumenti e dove irroriamo copiosamente il verde berlinese. L'emozione si sa...

La bella atmosfera pero' mi stordisce e probabilmente mi fara' commettere l'errore enorme di non scaldarmi.

Sono le 9 e siamo prossimi al via, siamo tantissimi, siamo eccitati e non vediamo l'ora di correre.

Alle 9.15 cala il silenzio interiore, non sento neanche piu' la musica e prometto a chi sa di correrla insieme e finirla a qualsiasi costo.

Via!

Neanche poche centinaia di metri e ho delle fitte fastidiosissime al ginocchio sinistro. Accid...malediz...dannaz...

Cerco di distrarmi godendomi "Unter Den Linden",il polmone di Berlino, ma sono costretto a correre in modo da non caricare troppo sulla gamba sinistra. Questa strategia mi permettera' di macinare km nonostante le fitte si ripetano.

Intanto i km passano; ali di folla per tutto il percorso, bambini che prestano il cinque, band che suonano musica rock pop classica e addirittura le bellissime cornamuse scozzesi.

Riesco, forse per distrarmi dal dispettoso ginocchio, a scrutare volti, osservare monumenti e godere di angoli di citta' che in precedenza non ero mai riuscito a fare.

Vai Robertoooo, vai Argentinaaaa sentiro' gridare ripetutamente sin quando raccogliendo le forze rispondero' Italia ahoooo,! 😜

Mi sento molto fortunato pensando a chi ormai e' lassù...

Ci siamo quasi, ma ecco che crollo negli ultimi 3\4 km giocandomi forse il PB.

39° e 40° rallento vistosamente in preda ai fastidi estesi a tutta la gamba. 41° e 42° compaiono i crampi ed ho una gamba che ormai e' di legno.

Il tifo e' fortissimo e la Porta Di Brandeburgo e' a due passi;

Alzo gli occhi in cielo, ci parlo e taglio il traguardo!

Sono sfinito ma anche cosciente di aver compiuto una bella impresa ed una fantastica esperienza.

E' fatta V, ora solo tanta birra!